Che cosa nascondono austerity e NPL ?
Il grande progetto della casa comune europea, con il passare del tempo mette in luce costi e dazi da pagare per Paesi ad alto debito. Austerity e NPL rappresentano l’aspetto più evidente che analizziamo qui.
Austerity e NPL sono davvero gli elementi per risollevare gli Stati altamente indebitati come l’Italia?
L’accesso alla UE ed alla moneta unica ha richiesto enormi sforzi agli Stati aderenti. Essi hanno applicato e definito regole per evitare di travasare i debiti da uno Stato all’altro. Al termine di questo processo di accesso, gli Stati hanno per un breve periodo accantonato le regole stabilite. Di conseguenza hanno inseguito una corsa ai debiti.
Tutti hanno visto crescere debiti pubblici e privati, l’Italia ha primeggiato diventando la terza al mondo dietro Giappone ed USA. Dopo pochi anni, i controlli della nuova struttura europea e delle banche d’affari hanno evidenziato queste anomalie, richiamando l’attenzione su questi debiti.
Quasi come se fosse un copione da recitare, gli Stati virtuosi hanno puntato il dito verso gli Stati ritenuti a rischio (quelli dell’Europa Mediterranea). La soluzione per l’Europa del nord è stata la vendita dei titoli di Stato in loro possesso con conseguente crollo dei prezzi.
I bassi dati del PIL hanno messo in evidenza la criticità di quei debiti che continuavano a salire, provocando la violazione delle regole europee. Indi nasce la necessità di un intervento centrale.
L’azione dell’Europa si è vista. Imposizione agli Stati definiti a rischio di regole di austerity. Oltre a tagliare spese (utili ed inutili), vengono richieste numerose privatizzazioni. Il tempo ha dimostrato che le privatizzazioni sono servite a svendere asset pubblici a privati stranieri, prevalentemente tedeschi e francesi.
Come si fa a far risalire il PIL di una nazione se i principali veicoli per la costruzione del PIL passano sotto il controllo straniero che ovviamente contribuiscono al PIL delle loro nazioni?
ll secondo atto del copione si consuma pochi anni dopo il primo, ovvero con l’ingresso sulla scena degli NPL.
Gli NPL rappresentano i debiti delle banche difficilmente recuperabili. Per le normative europee devono essere venduti oltre una certa soglia. Il prezzo di vendita generalmente si aggira intorno a valori prossimi alla quarta o quinta parte del loro valore reale. Peccato che la maggior parte delle società specializzate nel trattamento di questi NPL (quindi società che comprano debito per riscuoterlo loro) siano straniere. Queste società acquistano un debito di un valore pari a 100 al prezzo di 20-30 e si occupano della riscossione che generalmente riescono a portare su valori maggiori rispetto ai 20-30 dell’acquisto.
La banca che vende debito è italiana e perde denaro che ha prestato. La società che deve pagarlo è anch'essa italiana e se non è in grado di onorare il prestito ricevuto evidentemente è in perdita. La società che lo compra è straniera e comprando a prezzi irrisori quello che recupera sarà guadagno.
Chi guadagna dalla vendita degli NPL? L’Italia e le sue imprese non di certo.
Le iniziative per dare soluzioni globali sono state poche e fortemente osteggiate.
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