Bollorè
Economia Italiana, Eventi di Mercato, Investimenti, Senza categoria

Vivendi e Bollorè in Italia?

Vincent Bollorè è un imprenditore e produttore televisivo francese.

Bollorè è presidente del Consiglio di Amministrazione della holding Havas e Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Vivendi.

Havas è il sesto gruppo mondiale nel settore delle telecomunicazioni.

Nel 2017 Forbes assegna a Bollorè il 248º posto nella lista degli uomini più ricchi del mondo.

In passato Bollorè ha messo in luce le sue capacità finanziarie mediante numerose attività economiche nella cosiddetta Françafrique. Tra i suoi assi nella manica anche l’amicizia con il Presidente Nicolas Sarkozy.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di estendere la forza di Vivendi sul mercato radio televisivo italiano, mercato reduce dalla debolezza legata all’era Berlusconi al tramonto. Il progetto è ambizioso e mira a creare un polo di grosse dimensioni nel settore che possa competere con Murdoch da un lato e NetFlix dall’altro, ma servono numeri.

Le partecipazioni di Vivendi in Telecom marchiate Bollorè, raggiungono quota 24% circa nei primi mesi del 2016 e si fermano li. Il prezzo medio di acquisto dovrebbe aggirarsi tra 1,10 ed 1,20 euro. Oggi Telecom vale poco meno di 0,80 euro, con trend stabile. La prima domanda che mi sorge è perchè si è fermato avendo ancora margini per salire? Solo Telecom potrebbe essere poco appetibile?

Un approfondimento è disponibile al link che segue sulla testata Wall Street Italia

Un’altro articolo sulla vicenda Vivendi Bollorè e Telecom Mediaset è riportato di seguito.

 

Due anni fa Bollorè tramite Vivendi entra sulla scena del mercato radio televisivo italiano con acquisti su Telecom prima e Mediaset poi.

Ad oggi il prezzo delle azioni delle due società sono scese di un terzo per Telecom e di un quarto per Mediaset, pertanto si ipotizzano minusvalenze per Vivendi.

L'obiettivo degli acquisti su Telecom era un allargamento del business in Italia creando sinergie con Vivendi.

Mentre su Mediaset l’obiettivo era quello di acquisire i clienti di Premium senza dover pagare l’acquisto direttamente a Mediaset, ma mediante il controllo sulla società.

Non è andata proprio così, oggi la situazione mostra un empasse su entrambi i fronti legati all’intervento delle autorità di controllo italiane quali AGCOM, CONSOB e magistratura.

I motivi del temporaneo fallimento sono anche legati ad un rinnovamento ed una ripresa dell’industria italiana. Infatti, dopo anni di conquiste da parte dei cugini francesi l’Italia ha capito come fare sistema per resistere alle incursioni straniere.

Ma la sfida è ancora solo agli inizi.

Tra i fattori e gli attori che saranno determinanti al risultato:

  • le scelte politiche;
  • coordinamento degli azionisti italiani;
  • investimenti italiani (che ancora mancano all’appello)

Vivendi dovrebbe aver fretta di raggiungere una soluzione. I fondi internazionali che sostengono Bollorè potrebbero togliere l’ossigeno al finanziere bretone.

Stesso discorso per Mediaset e Telecom che come dimostrano le quotazioni, in mancanza di investimenti e prospettive sono ferme.

Un approfondimento è disponibile al link che segue sulle testate Yahoo Finanza e Trend Online

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo. Può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.

Monte dei Paschi di Siena
Economia Globale, Economia Italiana, Investimenti

Caso Monte dei Paschi di Siena since 1472

La fama della banca Monte dei Paschi di Siena negli ultimi anni non è stata legata alla sua storia nobile.

Uno dei primi istituti bancari del mondo rischia il default a causa dei conti fuori controllo.

La scorsa settimana il rapido (quanto mai incomprensibile) tentato aumento di capitale  per la banca Monte dei Paschi di Siena.
Erano attesi 5 miliardi di euro (come da richieste BCE di novembre) si è fermato a 2,44 miliardi.
Di fretta e furia il Governo dopo mesi di stasi, ha ricevuto l’ok dalla Commissione europea (perchè solo ora?).
Deliberati aiuti alle banche a carico dei contribuenti italiani pari a 20 miliardi.

La BCE solo oggi ha evidenziato la necessità di ben 8,8 miliardi di euro per la banca Monte dei Paschi di Siena, alzando ulteriormente l’asticella!

Essendoci denari pubblici il conto si riesce a saldare senza troppi problemi. Chi era titolare di vecchie azioni ed obbligazioni che ad oggi sarebbero diventata carta straccia è salvo.

Ben venga l’aiuto di Stato come è successo in passato in Germania, Spagna, USA e mezza Europa, a patto che venga fatto con criterio!

In passato banca Monte dei Paschi di Siena ha usufruito di aiuti dallo Stato (già suo azionista) ed oggi potrebbe diventare di maggioranza (si stima una partecipazione intorno al 67%).

L’auspicio è che BCE, CONSOB, Governo siano attenti, affinchè non si ripeta l’ennesimo errore che potrebbe ricadere sulle spalle dei contribuenti italiani.

Perchè non ha funzionato?

Acquisizione di Antonveneta, imprese in default (causa crisi e prestiti facili, male comune a tutte le banche italiane) che hanno generato NPL, management improvvisato. Queste sono le cause del male.

Ma quali azioni sono state messe in atto per scongiurare il reiterarsi dell’errore?

Ad oggi nessuna, men che meno i responsabili del disastro sono stati puniti.

Pertanto, se nessuna azione verrà intrapresa i contribuenti avranno perso i loro soldi.

Mentre nuovi amministratori avranno arricchito le loro casse. L’agonia di una delle più antiche banche del mondo sarà stata allungata di qualche anno.

Per i contribuenti la speranza è che alleanze e mercato diano slancio al sistema. Pertanto al momento nessuna delle condizioni per il rilancio sono presenti.

Intanto i vincoli sono molti per le banche che ricevono aiuti, come dall’articolo de “IlSole24Ore”

Intanto lo spread ancora non rientra ed oscilla intorno a quota 160.

Che cosa vorrà dire?

La quiete di questi giorni potrebbe essere presagio di nuove burrasche per il 2017?

Vedremo. Dipenderà da come verrà gestita la situazione, almeno sul fronte rischio Italia. Poi vanno sommate le ben più rilevanti variabili internazionali, quali petrolio, Cina, Trump, materie prime, inflazione, populismi …

 

 

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