Economia Italiana, Eventi di Mercato

Italia: back to 2011?

Italia pronta a riavvolgere il nastro al 2011.

Il FTSEMIB ha fatto registrare crolli superiori ai 2 punti percentuali. Chiusura poco sotto i 2 punti percentuali. Bancari ed assicurativi sotto attacco con perdite ben più copiose.

Lo spread con i principali omologhi europei si è allargato ulteriormente riportando i rendimenti intorno all’1,9%.

Gli altri mercati hanno mantenuto un atteggiamento neutrale.

Questo assaggio di attacco speculativo ai mercati italiani è frutto della fumata nera di ieri delle consultazioni tenute dal Presidente della Repubblica Mattarella.

In questi giorni i moniti si sono susseguiti. Sia da parte della UE, sia da parte dello FMI, sia da parte della Corte dei Conti.

Questi avvertimenti già dall’autunno sono stati sussurrati ed ignorati a piccole dosi in vista delle elezioni.

La preoccupazione comune è sullo stato delle finanze dello Stato Italiano. Sono depresse da anni di crisi e di sprechi. Solo ora stavano iniziando a vedere timidi tentativi di riscatto.

La propaganda populista che adesso porta il conto ha un prezzo. Questo prezzo viene pagato dall’impossibilità di far fronte alle promesse. La distanza dalla realtà è siderale.

Mentre prima le intese venivano viste come una soluzione ai problemi, oggi si temono. Il motivo sta nel fatto che il populismo le ha utilizzate per demonizzare l’avversario.

Nascono veti incrociati il cui prezzo alla fine viene pagato dal popolo. La fantomatica sforbiciata ai vitalizi di diverse centinaia di milioni di euro che a metà aprile veniva annunciata e data per chiusa in 15 giorni ancora non si vede.

L’immaturità dell’intera classe politica, confermata dal livello delle dichiarazioni ai media, mostra una palese mancanza di responsabilità verso il Paese.

In vista molti appuntamenti chiave a breve.

Programmazione europea a giugno e Legge di Bilancio in autunno. Quest’ultima si annuncia calda visto il possibile aumento IVA nel 2019 qualora non venissero rispettati i vincoli di bilancio.

E’ a rischio la ripresa (seppur timida) del Paese Italia, la tenuta dei conti pubblici.

La salvezza è lo scudo BCE di 4 miliardi dedicati ai titoli di debito italiani. Ma a settembre (a meno di proroghe) finirà. Pertanto, come succedeva in passato, è necessario il dialogo. Obiettivo? Convergere verso una soluzione che risponda alle esigenze dei cittadini. Aldilà della polemica sterile dei partiti che anche in mancanza dei voti, hanno la pretesa di massimizzare i loro obiettivi e le loro pretese a scapito di quelli dei cittadini.

Il popolo si scalda sul web in difesa dell’uno o dell’altro indifendibile politico. Ma si perde di vista l’obiettivo principe. Ovvero il salvataggio dell’Italia che vede sempre più vicino un commissariamento da parte della UE, se i partiti forti alle ultime elezioni continuassero a litigare senza dare le risposte che il Paese aspetta.

Ulteriori approfondimenti dell’autore sul tema sono disponibili sulla testata che segue al link: Wall Street Italia.


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Questo scritto è redatto a solo scopo informativo. Può essere modificato in qualsiasi momento. NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.

brexit
Economia Globale, Euro, sterlina

brexit: i mercati danno un parere, ora che succede?

L’atteso referendum inglese del 23 giugno 2016 sulla brexit, data che entrerà nella storia, ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dalla UE

I mercati finanziari non hanno perso un solo attimo ad esprimere il loro parere all’annuncio della brexit.

Ma il vero tracollo che ha seguito la brexit non ha impattato nè la sterlina (diversi punti percentuali persi rispetto all’euro prossima a quota 0,81, qualcosa in più rispetto al dollaro prossima a quota 0,73) dati paragonabili a quelli di un anno fa circa, nè il FTSE100 che chiude a -3,15%, una flessione come tante altre in questo 2016 e con alcuni titoli schizzati verso l’alto

L’uscita effettiva avverà non prima di due anni, tempi tecnici per riscrivere i trattati che potrebbero comunque ricalcare quelli attuali rendendo solo formale l’uscita dalla UE

Da un’occhiata veloce ai principali listini al termine della giornata che ha annunciato i risultati referendari, il dato che allarma maggiormente è quello legato a spread e listini azionari dei paesi dell’Europa meridionale:

FTSEMIB: -12,48% dopo una giornata iniziata male perchè non si riusciva a fare prezzo (partita da -15% e mantenutasi intorno al -10/11% con i bancari sotto di oltre il 20%), la peggiore seduta della storia del FTSEMIB

IBEX: -12,35%

FTSE ATHENS: -15,68%

Mentre da Tokio a Parigi ed agli altri principali listini europei i numeri pervenuti hanno segnato dati tra il -7 ed il -8%, per finire in USA con dati intorno al -4%

Dal punto di vista dello spread invece, c’è stato un abbassamento dei prezzi delle obbligazioni europee con rating meno affidabili, una sostanziale tenuta dei titoli di debito ed addirittura un incremento dei prezzi per i titoli tedeschi, statunitensi ed inglesi, i primi dei quali hanno lanciato un pò di panico essendo il riferimento per il famigerato spread che in mattinata in Italia e Spagna ha toccato quota +50%, terminato mediamente intorno al +20%.

C’è da dire che nei giorni precedenti c’è stata una settimana di segni positivi per le borse dopo l’uccisione di Jo Cox che dovrebbe essere sommata ai risultati delle borse per interpretare il dato in maniera più realistica.

In netta ripresa, come da 6 mesi a questa parte i beni rifugio come l’oro, flessione ma non caduta per il petrolio.

Sicuramente i dati appena descritti sono figli dei robot e del panico, quindi devono essere interpretati, ma il significato principale si può già leggere.

Si chiude con il cambio del giudizio di rating sulla  Gran Bretagna da parte di alcune agenzie da stabile a negativo senza cambiare il merito (AA+), il tutto ha più il sapore di una vendetta che qualcosa di reale, stante alle reazione da parte dei mercati al post brexit.

La migliore borsa dell’ex-UE (Londra) ed i risultati di quelle europee fanno capire che l’economia inglese è in grado di reggersi autonomamente:

  • risparmi legati ai costi derivanti dall’UE
  • possibilità di ripresa dell’inflazione che ricordo in questi ultimi anni è bassa al punto da aver messo le banche centrali nella condizione di dispiegare iniezioni di liquidità sui mercati per consentirne una risalita
  • possibilità di ottenere condizioni più vantaggiose dai trattati con la UE forti di questa posizione e soprattutto forti della consapevolezza della vera crisi, ovvero quella del fallimento del concetto di Unione Europea.

Certo, l’Europa ha portato una serie di vantaggi alla Gran Bretagna che dopo la brexit si faranno sentire:

  • possibili fughe di capitali da Londra, ma tutto dipenderà dagli accordi
  • crollo dei prezzi delle case che nel centro di Londra hanno raggiunto livelli stellari, ricordo che il crollo del 2008 negli USA è stato scatenato dalla crisi del mercato immobiliare a valle dei mutui subprime
  • nascita di Stati Europei (e.g. Irlanda) che prenderanno il ruolo di Londra

Quindi in questo momento l’allarme principale che nasce dalla brexit è diretto all’Europa che è dilaniata  da forze disgregatrici al suo interno che potrebbero minarne la sua esistenza, pertanto la maturità della UE dovrà anzitutto:

  • evitare ritorsioni verso Londra
  • evitare di continuare ad adottare le attuali politiche filo-germaniche
  • realizzare una vera integrazione, un lavoro che avrebbero dovuto fare negli ultimi vent’anni e che ora diventa mandatorio

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FTSEMIB
Economia Italiana, Eventi di Mercato

Che cosa sta succedendo al FTSEMIB?

FTSEMIB: -0,47%, +19% da inizio anno

Le altre borse europee prevalentemente intorno alla parità

Venerdì, FTSEMIB +0,53%, le altre borse europee intorno al +2%

PERCHE’?

I rialzi dei giorni scorsi di cui parzialmente ha beneficiato anche il FTSEMIB sono merito dell’annuncio del presidente della BCE Mario Draghi di un possibile nuovo QE (detto QE2) nei prossimi mesi.

Il FTSEMIB ha una natura diversa da quella degli altri indici europei, la sua composizione ha una maggiore concentrazione di titoli legati al settore bancario.

Da inizio 2015 il FTSEMIB ha sovraperformato rispetto agli altri indici (europei e non) e non ha esitato ad approfittare dell’annuncio di un possibile nuovo QE per superare il 2% giovedì scorso.

Quello che inquieta è la sostanziale debolezza di fondo da giugno ad oggi ed il repentino rallentamento iniziato nella metà mattinata di venerdì, trascinatosi anche oggi.

Un’ipotesi potrebbe essere che avendo sovraperformato nei mesi scorsi, ora necessità di un rallentamento
Una seconda ipotesi potrebbe essere legata al periodo di valutazioni da parte delle agenzie di rating che continuano ad evidenziare miglioramenti dell’Italia, confermano la stabilità, ma continuano a ripetere che il debito pubblico è ancora troppo alto!
Una terza potrebbe essere legata alla differente composizione del paniere, ma questo vorrebbe dire che la debolezza è imputabile alle banche quando Draghi di fatto con un incremento di QE andrebbe ad aiutare la loro capacità di fare debiti?

Questa ipotesi sarebbe strana a sentirsi, ma rischia di avere un fondo di verità, soprattutto se accoppiata con la seconda ipotesi che si esplica nel debito pubblico alle stelle, unica consolazione è chi lo spread ha seguito il trend in discesa, questo quindi lascia ben sperare che non sia un male legato al debito.

In generale il nervosismo dell’indice FTSEMIB spesso segnala problemi di fondo (potrebbe anche essere legato all’inchiesta su Visco della Banca d’Italia).

Fatto sta che senza una reazione, la debolezza potrebbe avvitarsi, stroncando gli ottimisti su una ripresa

COSA FARE?

Diverse le opzioni:

  • sfruttare la debolezza probabilmente solo temporanea per via dei realizzi dopo il +19% da inizio anno
  • fuggire dall’Italia in previsione di una nuova crisi simile al 2011

Entrambe le soluzioni, benchè antitetiche ad oggi si possono considerare ugualmente probabili, pertanto meditate gente…

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borse 6 luglio 2015
Economia Italiana, Eventi di Mercato, Investimenti

Dopo il NO al referendum greco: Borse giù

Borse giù!

La Grecia dice NO all’austerity europea

Il significato del NO al referendum greco è ben chiaro a tutti: la Grecia respinge l’austerity europea. La trovata di Tsipras di utilizzare un referendum di una piccola minoranza di europei, ovvero i greci si rivela azzeccata, perchè ha l’effetto mediatico che si cercava.

Campanello dall’allarme per tutte le democrazie europee: i movimenti anti-euro ed anti-austerity trovano terreno fertile per le loro iniziative, benchè il messaggio di Tsipras sia ben diverso da quello di molti altri come Salvini, Podemos, Grillo, Le Pen etc…

Al di là di quelli che potranno essere gli effetti futuri, sul successo o meno di queste trovate machiavelliche del Governo di Syriza, intanto bisogna fare i conti con la realtà di breve periodo: economia, finanza e soprattutto le borse!

Borse

La borsa greca resta chiusa, ma le altre borse non stanno ad aspettare ed i risultati sono evidenti sin dai primi risultati parziali: Tokio inizia per prima a ricevere i segnali cedendo abbondantemente, a ruota a mano a mano che aprono, anche le borse europee e per finire quella statunitense (solo per citare le principali) lasciano miliardi sul terreno.

Anche il famigerato spread tende ad allargarsi, ma senza esagerare come era avvenuto la scorsa settimana.

Un’analogia poco confortante per le borse con la scorsa settimana c’è: il listino peggiore tra le principali piazze è quello di Milano: il FTSEMIB segna -4,03%.

Quasi il doppio dei cugini francesi e spagnoli, quasi il triplo di Francoforte!

Eppure i nostri politici hanno ostentato sicurezza, ma entrambe le volte che la Grecia ha urlato, Milano ha pianto e la scorsa settimana il rimbalzo tecnico non è stato tale da compensare la peggiore performance rispetto alle altre piazze.

Perchè?

La causa è difficile da stabilire, oltretutto lo spread non ha fatto segnare numeri così preoccupanti se confrontati alle altre piazze e questo potrebbe confortare.

Possibili cause?

I titoli che risentono maggiormente del surriscaldamento di questo particolare termometro sono quelli finanziari, visto che il FTSEMIB è particolarmente esposto su questo fronte, questo potrebbe aver determinato la flessione.

O potrebbe ancora, essere causato dall’essere stata tra le piazze più performanti in questo primo semestre, quindi accompagna un pò di ipercomprato?

La speranza è che il motivo non risieda in nuvole che qualcuno intravede all’orizzonte sulla solidità delle nostre banche e della nostra economia…

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